I campari, guardie armate
del territorio canellese
Le campagne medievali erano costantemente soggette a furti, spogliazioni, saccheggi e danneggiamenti di varia natura. I comuni cercavano di arginare il fenomeno mediante la vigilanza attiva, affidata a pubblici sorveglianti campestri chiamati “campari”. Canelli dedicava grande attenzione all’organizzazione e all’efficienza delle guardie rurali. I campari erano scelti ogni anno dal Consiglio comunale: ad ognuno di essi veniva affidata una sezione del territorio definita “camparìa”, che doveva essere presidiata quotidianamente dall’alba al tramonto, senza alcuna eccezione per i giorni festivi. Dall’inizio di Luglio alla fine della vendemmia il podestà raddoppiava il numero dei campari, per vigilare le vigne anche durante le ore notturne e prevenire i furti, soprattutto quelli delle preziose uve Moscato. I campari ordinari erano stipendiati dal Comune. I campari della vendemmia, per contro, erano retribuiti con un denario astese per ogni “carrata” di uva prodotta nella loro camparìa, versato loro direttamente dal produttore. Svolgevano il loro compito armati di lancia o di alabarda e di pugnale; per essere riconosciuti dovevano indossare un copricapo rosso. Erano poi soliti rendere più temibile il proprio aspetto sfoggiando grossi cinturoni di cuoio, pelli o code di animali. Per garantire l’assoluta imparzialità del loro operato, avevano l’obbligo di non accettare alcuna offerta di cibo o bevande da parte delle famiglie della propria camparìa. Per questo motivo portavano a tracolla il necessario al proprio sostentamento in capienti bisacce e in fiasche.
La Chiesa
Canelli, centro spumantiero di livello internazionale, si trova a 30 km a sud di Asti. La città ha il suo fulcro nella produzione vinicola di alta qualità dovuta, soprattutto, a terreni particolarmente “vocati” per la coltivazione del vitigno moscato, “padre” del rinomato Asti Spumante. Dal 2014 le preziose “cattedrali sotterranee” sono patrimonio dell’Umanità, riconoscimento attribuito dall’U.N.E.S.C.O. Canelli ha vinto il Palio nel 1974.
Il Rettore
Per il Comune l’unico successo nel Palio risale al 1974 con il fantino Mauro Finotto. Da anni il bastone del comando è tenuto da Giancarlo Benedetti, personaggio istrionico e grande trascinatore, il quale ha riconfermato Massimo Columbu, detto Veleno II per il prossimo 18 settembre.