Omne vivum ex ovo, uova di struzzo
e albero della vita
L’uovo è stato uno dei primi emblemi religiosi, considerato come un sacro involucro in cui riposa il germe della vita. Nel medioevo cristiano particolarmente significativo era l’uovo di struzzo, simbolo della rigenerazione dal peccato. Queste uova, che si schiudono grazie al calore del sole e della terra, erano metafora viva dell’uomo penitente che veniva riscaldato dallo sguardo di Dio. Secondo i bestiari medievali, l’uovo di struzzo simboleggiava la nascita da una vergine e per questo, nella pittura italiana del ‘400, era accostato alla figura della Madonna. Un catalogo dei beni del Duomo di Casale Monferrato, redatto nel XV secolo, annoverava un uovo di struzzo che era esposto in sospensione sull’altar maggiore durante le più importanti solennità religiose. Erano proprio i fedeli, probabilmente i più benestanti, ad offrire alle chiese queste particolari uova. Ma, in generale, era l’uovo di qualsiasi natura, a trasformarsi in simbolo di buon auspicio e a entrare nella tradizione pasquale dando origine a varie usanze. A Pasqua si scambiavano uova d’uccello, benedette in chiesa. L’adozione dell’uovo come simbolo cristiano di rinascita ha dato origine anche a un altro rito pasquale. Rifacendosi al passo della genesi in cui è scritto: “Il Signore Iddio fece germogliare l’albero della vita in mezzo al giardino”, si iniziavano a decorare rami d’albero secchi con uova, nastri e fiori colorati. Di origine pagana, l’usanza è stata assorbita dalla tradizione cristiana per rappresentare la resurrezione di Gesù. L’albero addobbato è diventato così l’Albero della Vita o di Pasqua.
La Chiesa
Importante centro monferrino, Moncalvo dista 20 chilometri da Asti ed è noto per la sua indiscussa tradizione enogastronomica e per essere stato capitale del Marchesato del Monferrato. Ricco di storia, le cui vestigia si possono ammirare ancora oggi, ha, tra l’altro, dato i natali a Rosa Vercellana (la Bela Rusin), moglie morganatica di Vittorio Emanuele II. Moncalvo ha vinto il Palio nel 1988, nel 1989, nel 1994 e nel 1995.
Il Rettore
Alla guida del Comitato vi è Filippo Raimondo, Rettore esperto ed appassionato. Andrà alla ricerca di un successo che manca dal 1995, quando a trionfare furono la “scossa” Rapsodia e Mario Cottone. Quattro i Palii vinti dai biancorossi nella loro storia: 1988, 1989, 1994 e 1995. Il fantino ingaggiato per la corsa 2016 è l’astigiano Federico Arri..