IN VINO SALUS ET LAETITIA: le nostre origini
Dei tevernieri e dei venditori di vino, che giurino come sotto previsto
Il capitolo 171 del Liber Catenae, che conserva gli Statuti di Nizza redatti nel 1324, riporta la normativa che disciplina il mestiere “del taverniere e di qualunque venditore di vino al minuto nel comune di Nizza” fornendo indicazioni su “come si debba dare misura piena di quella misura con la quale avrà voluto vendere il vino” e “il podestà sia tenuto a far giurare tutti coloro che vogliono vendere vino”: ciò dimostra quale fosse fin dalle origini l’interesse per tutte le attività collegate alla produzione e alla vendita del vino. Nel Medioevo, nel territorio di Nizza la viticoltura conobbe una vigorosa ripresa cui contribuirono sia i grandi proprietari ecclesiastici sia i laici. La Chiesa favorì la viticoltura sotto il profilo pratico ed allegorico, facendo della vite uno dei principali simboli liturgici e utilizzando il vino nel rito della messa e nel sacramento dell’Eucarestia. La vendemmia era effettuata a mano: il raccolto era depositato in ceste di vimini e successivamente riversato nei tini, pronto per essere pigiato. Il vino era utilizzato anche in medicina: l’enolito, detto anche vino medicinale, si otteneva dalla macerazione nel vino di parti essiccate delle erbe officinali e ne migliorava il sapore. Tutti assaporavano il vino, che divenne ben presto bevanda comune e diffusa: simbolo di status sociale fra la borghesia della città, dava origine a sfrenate allegrie e a qualche trambusto ed era negato per legge ad “alcuna meretrice pubblica in qualsiasi taverna della città di Nizza”.
La Chiesa
Nizza Monferrato, anticamente detta “Nizza della Paglia” perché, secondo la tradizione, nella fretta di costruire il Borgo, gli abitanti coprirono i tetti con la paglia anziché con i coppi, dista 29 km da Asti ed è centro agricolo e vitivinicolo di notevole importanza. Ricco di vestigia del passato, Palazzo Crova e Palazzo Civico con torre merlata, Nizza ha vinto il suo unico Palio nel 1986.
Il Rettore
Proseguirà anche nel 2016 il “matrimonio” tra Nizza e Giovanni Atzeni, detto Tittìa, già due volte vincente ad Asti. Il Comune giallorosso, alla cui guida vi è Pier Paolo Verri, è a caccia del “colpaccio” per rimpolpare una bacheca dove spicca un unico Drappo, quello vinto dal grande “Canapino” (Leonardo Viti) a braccia alzate nel 1986.