Giostre e giochi equestri in Asti medievale
Nel corso del XIII secolo le famiglie astigiane adottano con entusiasmo uno stile di vita nobiliare e lussuoso, che ha il suo culmine nella celebrazione degli ideali e dell’epica cavalleresca mediante la disputa di torneamenti, giostre e giochi equestri. Numerose e preziose le testimonianze iconografiche rimaste: dipinti nel soffitto di un palazzo della famiglia Roero, sito nella contrada omonima, si ammirano ancora oggi cavalieri giostranti di primo Trecento, chiusi nelle loro armature e lanciati al galoppo uno contro l’altro su un prato riccamente fiorito, la lancia in resta e lo scudo ben saldo a sostenere il colpo dell’avversario. I cavalli sono privi di gualdrappa, muniti solo del complesso sistema di finimenti atti a fermare l’alta sella da combattimento. In un altro palazzo già appartenuto ai Roero, situato però nella contrada di Riva Carrera (attuale via XX Settembre), sono dipinti altri cavalieri che si sfidano a due a due, caracollando su cavalli bardati di gualdrappe araldiche; con il braccio sinistro reggono lo scudo stemmato, protendendo il destro verso una dama che regge due pennoncelli. Il concorrente deve cercare di afferrare o toccare per primo il pennone e durante la corsa e deve difendersi dagli attacchi del rivale che cerca di disarcionarlo. Lo stesso tema è replicato più volte nei cantonali in pietra dei palazzi magnatizi: oggi ne restano due, uno ancora “in situ” nel palazzo detto degli Spagnoli, un altro presso il Museo lapidario. Doveva trattarsi di un gioco tipicamente astigiano, perché non se ne conoscono attestazioni in altre città.
La Chiesa
Il Rione San Secondo, che onora il Santo Patrono cittadino, è situato nel cuore della città e comprende, tra l’altro, Piazza Alfieri, sede della corsa. La Collegiata conserva, nella cripta, una preziosa urna d’argento con le spoglie mortali del Santo. Su piazza San Secondo si affacciano il settecentesco Palazzo Civico e Palazzo degli Antichi tribunali in cui si amministrava la giustizia. Ha vinto i Palii del 1982, 2000 (Giubileo) e 2007.
Il Rettore
E’ il Rione ad aver disputato il maggior numero di finali, ben 29, e vanta nella propria bacheca tre Drappi. Rettore quest’anno è Mauro Nebbiolo, che per centrare il poker di vittorie ha scelto un giovane fantino emergente. Sarà il senese Enrico Bruschelli, detto Bellocchio ad indossare il giubbetto biancorosso.