Amori leciti e amori illeciti
Accanto all’amore che si snoda nei percorsi dell’amore domestico e familiare, non è estraneo all’immaginario medievale anche l’amore “fatale”, l’amore-passione, l’amore fisico. Quest’ultimo percorre la società come una trama sotterranea, ma viene sottoposto ai vincoli derivanti dalle convenzioni sociali e, nello specchio della storia, risulta quasi evanescente. Amori non accettati, repressi, destinati ad essere – per usare le parole del trovatore provenzale Guglielmo IX Duca d’Aquitania – fragili “come il ramo del biancospino/che sta sulla pianta tremando/la notte alla pioggia e al gelo/fino a domani, che il sole s’effonde/infra le foglie verdi sulle fronde”. La società medievale si basava sulla distinzione tra i generi maschile e femminile e sullo schema tipico dei ruoli sociali di marito e moglie; tuttavia, esistevano anche gruppi che si distinguevano dalla famiglia tradizionale: societates di sole donne e di soli uomini in cui non era raro il sorgere di amori tra persone dello stesso sesso, già in quel tempo lontano sottoposti a una feroce persecuzione. Il Codice Catenato non reca traccia evidente della irregolarità sociale e religiosa di questo tipo di rapporti; più dettagliata è la repressione dei rapporti carnali con religiosi e religiose, persone sottoposte a pene infamanti quali il lancio di ortaggi, la fustigazione e l’apposizione sul capo di pseudo-corone di papiro, l’esposizione su gogne a forma di ruota in cui venivano dileggiati uomini e donne, colpevoli soltanto di essersi amati fuori dagli schemi tradizionalmente accettati.
La Chiesa
Il Borgo Viatosto, anticamente detto Ripa Rupta, si trova all’estremo nord della città, su un colle, graziosamente raccolto intorno alla chiesetta della Madonna di Viatosto, intatto, pregevole esempio di romanico. Dal sagrato della chiesa si può godere lo splendido panorama della città di Asti. Viatosto, insieme con Don Bosco, ha vinto il Palio nel 1967, 1971 e 1980. Dal 1981, Don Bosco e Viatosto hanno costituito due Rioni distinti.
Il Rettore
Roberto Boero è ormai una sorta di istituzione in casa biancazzurra. Da quando è avvenuta la scissione da Don Bosco, anno 1981, il Borgo Viatosto non è più riuscito a conquistare il Drappo. Per porre fine al lungo digiuno è stato ingaggiato il fantino Gianluca Mureddu, detto Filuferro, che fornì una brillante prestazione col giubbetto biancazzurro nel 2011 guadagnando la finale.