Virginia Raffaele travolge un Alfieri sold-out

    Tutto esaurito all’Alfieri per “Performance”, lo spettacolo di Virginia Raffaele. Sul palco, da sola – anche se sola non è mai, considerato i mille panni diversi che indossa – si trasforma in una ladra di personalità e sembianze altrui.

    E’ Marina Abramovic, la “grandmother of performance art” a fare da filo conduttore dello spettacolo comparendo sugli schermi, con le sue performance irriverenti: starnutire o mangiare una cipolla. Il secondo personaggio a cui Virginia Raffaele sottrae la faccia è la criminologa Roberta Bruzzone che, vestita in giubbotto e pantaloni di pelle nera, appare sulla scena del crimine. Con il suo linguaggio tecnico fatto di “incidenti probatori”, sangue e misteri da svelare, tenta di ricostruire i fatti molto seriamente, ma dovrà lasciare presto il palco a Francesca Pascale, che in dialetto napoletano, racconta la storia del suo “ragazzo”.

    A detta sua, aveva “una presenza scenica irresistibile il suo ragazzo”. Ora però, la sua giornata è scandita dai cartoni animati che guarda su Nikkelodeon perché deve condurre una vita tranquilla. Una vita che molti hanno infangato di menzogne sul suo conto, una vita dura perché “Quando nasci con il cavallo dei pantaloni a 20 centimetri da terra, la vita è tutta in salita.” E chissà come farà ora “il suo ragazzo” visto che anche la stessa Francesca, vestita di paillettes dichiara di essersi stancata di lui e “prima che Apicella canti tre volte lo tradirà” liberandosi di lui grazie a una tazza di caffè “corretto”.

    E quando meno te lo aspetti la Raffaele che si inventa? Fa irrompere – è proprio il caso di dirlo vista la prorompenza del personaggio – sulla scena, o meglio in platea, la bella Belen Rodriguez, fin toppo strizzata in un abito cortissimo. La showgirl non esita a fare selfie sdraiandosi su alcuni signori del pubblico e facendo sussultare anche qualche coronaria. Ma il momento in cui esplode insieme alla comicità tutto il talento di Virginia Raffaele, è quando veste i panni di Ornella Vanoni. Pur essendo divertentissima nelle sue gag da diva svampita è straordinaria nell’interpretazione di Senza fine. Chi tra il pubblico di “Performance” avesse visto la vera Vanoni quest’estate al Teatro Alfieri, potrà confermare la somiglianza impressionante nel tono di voce, nelle movenze e perfino nei contenuti. “Quando vidi per la prima volta Gino Paoli era vestito di nero, aveva gli occhiali neri, aveva i capelli neri. Praticamente un becchino”.

    Della Ministra Boschi, solo la presenza in video. Nel suo classico tailleur “bon ton blu”, è impegnata in un volo pindarico con bolle di sapone e jingle sognante in sottofondo. Di tanto in tanto, si ode l’eco di una sola parola: “concretamente”. E il teatro applaude.

    Alessia Conti